Il Tomato brown rugose fruit virus è un virus del genere Tobamovirus che infetta le piante di pomodoro (Solanum lycopersicum) e peperone (Capsicum spp.) causando, a tutt’oggi, gravi danni alle colture, soprattutto nelle coltivazioni di pomodoro. È stato registrato per la prima volta in Europa nel 2018 in Germania, mentre in Italia due grossi focolai si sono verificati nel ragusano nel 2018 in concomitanza all’esplosione tedesca e nel cuneese nel 2019.
La recente diffusione di ToBRFV in Sicilia, è da ricercarsi, molto probabilmente, nell’introduzione di semi infetti e/o frutti infetti e loro successiva manipolazione dovuti alla movimentazione delle merci ed al commercio internazionale nell’area di libero scambio per i Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Date le sue caratteristiche, che lo rendono molto simile a ToMV (Tomato mosaic virus), si presume che il suo modus operandi sia molto simile, anche se non si dispone al momento di dati certi.
Il virus ToBRFV non è attualmente elencato come organismo nocivo da quarantena rilevante per l’Unione Europea, né come organismo nocivo regolamentato non da quarantena rilevante per l’Unione, nel Reg. UE 2072/2019, ma data la sua pericolosità per le coltivazioni è stato inserito nella lista di allerta della EPPO (Procura Europea).
Trasmissione del ToBRFV e fattori che ne favoriscono la diffusione
ToBRFV, come tutti i tobamovirus, è facilmente trasmissibile meccanicamente da una pianta infetta ad una sana, attraverso pratiche culturali comuni, indumenti (calzature, tute da lavoro, guanti…) e tramite la manipolazione di attrezzi da lavoro, o attraverso la circolazione dell’acqua dei sistemi di irrigazione. ToBRFV non ha vettori naturali conosciuti, ma può essere veicolato in maniera passiva da insetti impollinatori come i bombi. La percentuale di trasmissione da seme a piantina è bassa, in quanto il virus contamina il rivestimento del seme della pianta ospite, ma non l’embrione. Tuttavia, la trasmissione può avvenire per contatto tra il tegumento del seme ed il germinello, per cui è di estrema importanza effettuare una diagnosi precoce nei semi. Il ToBRFV può conservarsi a lungo nei residui colturali infetti, nel terreno e sulle attrezzature. I sintomi associati a ToBRFV, piuttosto variabili e spesso confusi con quelli causati da ToMV e TMV (altri tobamovirus) sono: screziature, clorosi, mosaico fogliare, deformazioni, laciniature fogliari e restringimento della lamina fogliare fino alle nervature nei casi più gravi, maculature brunastre delle bacche, deformazioni delle bacche giovani, maturazione irregolare e riduzione del loro numero. Occasionalmente si osservano maculature brunastre estese su frutti rugosi (avvizziti), da cui il nome ToBRFV e talora necrosi dei sepali.
Piante ospiti e sintomi
Il ToBRFV colpisce principalmente pomodoro e peperone, il virus può infettare anche altre specie come la petunia che però rimane asintomatica, può colpire anche altre erbe avventizie come il Solanum Nigrum (erba morella), Chenopodium murale, mentre non riesce ad infettare né la patata (Solanum Tuberosum) né melanzana (Solanum melongena). Fino ad oggi, tuttavia le infezioni in campo hanno interessato solo pomodoro e peperone, mentre tutte le altre specie citate sono state infettate artificialmente per esigenze sperimentali.
I sintomi fogliari su pomodoro sono riconducibili, nella maggior parte dei casi, a clorosi, mosaico fogliare, screziature, ingiallimenti, necrosi e deformazione della lamina fogliare quali asimmetrie e bollosità (Fig. 2 e 3). Sui frutti i sintomi variano a seconda del fotoperiodo, la temperatura e la varietà coltivata; possono apparire macchie gialle, verdi o marroni (Fig. 5) e la buccia diventare rugosa, presentare deformazioni (Fig. 6) e mostrare una maturazione irregolare ed ancora presentare una riduzione del numero di bacche. Nelle condizioni più idonee all’espressione dei sintomi (temperature elevate e lungo fotoperiodo), possono apparire macchie necrotiche su peduncoli, calici e piccioli (Fig. 6). Tutti i sintomi riscontrati rendono i frutti non commercializzabili.
Su peperone, ToBRFV causa deformazione dei frutti (Fig. 4), con associate striature brune, gialle o strisce verdi e tacche necrotiche, visibili molto spesso anche lungo il fusto, mentre sulle foglie (Fig. 1) si sviluppano mosaici e lievi deformazioni.
Misure profilattiche e trattamenti in caso di presunta diffusione
Le serre sono un luogo chiuso in cui un’eventuale infezione da ToBRFV può diffondersi rapidamente ecco perché per evitare l’introduzione di ToBRFV o minimizzare l’impatto di un eventuale focolaio, è necessario adottare misure di prevenzione e di mitigazione. È pertanto di fondamentale importanza definire e perseguire un corretto protocollo di igiene in ambiente protetto, dopo tutto prevenire è meglio che curare.
Le misure profilattiche preventive da attuare nel caso in cui ancora nessun organismo nocivo sia stato osservato nella coltura consistono in:
- Istruire il personale sul riconoscimento dei sintomi causati dal virus e sulle operazioni di disinfezione da seguire durante le attività in tunnel
- Attribuire zone definite della serra a ogni impiegato e identificare il materiale (coltelli, attrezzi, casse, ecc.) che appartiene a ogni zona in modo da limitare i rischi di propagazione degli organismi nocivi da una zona all’altra.
- Controllare l’accesso alle colture. Nessuna persona non autorizzata deve entrare nelle serre. Se possibile, chiudere le porte delle serre. Durante le visite devono essere intraprese delle misure preventive (guanti, tute e soprascarpe usa e getta).
- Posare un tappeto di disinfezione all’entrata di ogni serra o reparto. Il tappeto deve essere imbibito con una quantità sufficiente di un prodotto disinfettante efficace quale il Menno Florades®. Il tappeto disinfettante deve essere regolarmente pulito per mantenere l’efficacia disinfettante del prodotto e la soluzione deve essere rinnovata regolarmente secondo le raccomandazioni d’uso. Il tappeto deve rimanere sempre umido.
- Lavare e disinfettare regolarmente le mani e gli attrezzi durante i lavori nelle colture (dopo ogni pianta oppure al cambio della fila): porre un flacone di disinfettante per le mani e gli attrezzi a ogni entrata della serra e/o di unità. Durante i lavori di manutenzione delle colture è necessario lavarle dopo essere state a contatto con lo sporco (terra, rifiuti, ecc.). Portare i guanti non sostituisce il lavaggio delle mani.
- Lavare regolarmente i vestiti di lavoro (al minimo una volta alla settimana) a 60°C minimo: i vestiti sporchi diventano dei vettori di contaminazione e possono trasportare numerosi microorganismi. In alternativa utilizzare esclusivamente abbigliamento monouso da parte di tutto il personale in serra
Al termine di ogni ciclo colturale si deve procedere con la rimozione dei substrati di coltivazione e con l’eradicazione di ogni sfalcio vegetale comprese le radici.
In caso di accertata contaminazione utilizzare dei sacchi di plastica per allontanare i residui dall’impianto e distruggerli.
Non devono assolutamente essere compostati negli impianti di concimazione aziendali, poiché in tal modo il virus non viene eliminato, ma si rischia solamente una nuova contaminazione.
Un secondo step di sanificazione e profilassi fitosanitaria da effettuare dopo aver asportato i residui vegetali consiste in una prima fase di pulizia con l’applicazione di un detergente quale MENNO HORTISEPT® CLEAN PLUS o FADEX® H+ per rimuovere qualsiasi traccia di sporco. Infatti, i residui organici ed inorganici rimanenti sulle superfici sono un fertile terreno di crescita in cui i microrganismi possono annidarsi e che se non venissero rimossi inibirebbero l’efficacia del successivo trattamento di disinfezione. Al termine dell’operazione si procede con un risciacquo con acqua.
Successivamente le superfici da trattare devono essere disinfettate, Ageon a tal proposito consiglia l’utilizzo di Menno Florades prodotto a base di acido benzoico (sostanza organica completamente degradabile), dalla triplice azione su batteri, funghi e virus, registrato come fitofarmaco presso il Ministero della Salute.
Numerosi articoli scientifici riportano l’efficacia del Menno Florades® per la rimozione di Tomato Brown Rugose Fruit Virus.
Nello specifico un report effetuato dal Normec Groen Agro Control laboratorio olandese specializzato in analisi per il settore dell’agricoltura, dell’orticoltura e della trasformazione del cibo dimostra come la disinfezione con Menno Florades al 4% garantisca sia sulla canalina di coltivazione (metallo) sia su un vetro disposto in verticale (vetro della serra) una rimozione totale del ToBRFV indipendentemente dal tempo di applicazione 16 h oppure 4 h.
Riguardo al trattamento degli indumenti in caso si rilevi un’infezione da ToBRFV all’interno di una serra un gruppo di ricercatori dell’università Humbolt di Berlino ha testato e dimostrato l’efficacia dei prodotti di detergenza (Menno Hortisept Clean Plus & Fadex H+) e di disinfezione (Menno Florades) per il settore orticolo della Menno Chemie Vertieb Ghmb per la totale inattivazione e rimozione del virus rispetto a generici prodotti di detergenza. Se utilizzati singolarmente l’efficacia maggiore è stata riscontrata con il Menno Hortisept Clean Plus seguito dal Menno Florades (vedasi Tabella 1). Ma se applicati in successione, ovvero detergente prima e disinfettante poi (Tabella 2), notiamo come l’efficacia della sanificazione è sempre dovuta all’azione del Menno Florades che consente una totale rimozione del ToBRFV anche se per la detergenza si optasse per un prodotto generico e non per un prodotto appositamente ideato per il settore ortofrutticolo come Menno Hortisept Clean Plus o Fadex H+.