Una strategia irrigua efficace non deve essere rigida e seguire strutture predeterminate. I volumi, così come le frequenze degli interventi che caratterizzano una giornata irrigua, devono adeguarsi costantemente agli in-put ambientali e assecondare le reali esigenze della pianta. Tuttavia, il successo di una strategia irrigua non dipende solo da quanto e quanto spesso si irriga, ma è necessario porsi altre due importanti domande.
- Quando iniziare ad irrigare?
- Quando interrompere le irrigazioni?
Le risposte non sono banali e meritano un approccio analitico perché le conseguenze sulla coltura sono rilevanti. Il tempismo in questi casi è tutto!
Iniziare e/o terminare la giornata irrigua in momenti sbagliati può predisporre la pianta a fisiopatie legate ad esempio all’iperidrosi dei tessuti, dovute al fatto che la pianta assorbe più acqua di quella che riesce a traspirare. Questo fenomeno può portare a edema fogliare, cracking e micro-cracking dei frutti e compromettere produttività e qualità del raccolto, oltre che predisporre la pianta a pericolose vie d’accesso da parte di agenti patogeni.
Il momento di inizio e termine della giornata irrigua incide direttamente sulle dinamiche della conducibilità elettrica (EC) e dell’umidità della lastra (WC). Queste variabili contribuiscono ad influenzare la risposta vegetativa o generativa della pianta, e dunque ad ottimizzare qualità e produzione.
Dall’altra parte, scelte sbagliate possono portare a piante non equilibrate, oltre che aumentare l’incidenza di fisiopatie molto temute dai coltivatori di pomodoro, come il marciume apicale, ma anche il blotchy ripening.
Come determinare il momento giusto per iniziare le irrigazioni?
È bene considerare che le irrigazioni hanno la funzione di supportare dal punto di vista idrico e nutrizionale la pianta. Circa il 10% è utilizzata per mantenere il turgore nei tessuti, per essere accumulata nei frutti e per altri processi biologici. Ben il 90% dell’acqua assorbita è invece utilizzata dalla pianta per termoregolarsi tramite l’evapotraspirazione fogliare. Dunque, è proprio attraverso il monitoraggio dell’evapotraspirazione della pianta che è possibile determinare il momento ideale per iniziare le irrigazioni.
L’evapotraspirazione può essere monitorata attraverso metodi diretti ed indiretti, ovvero monitorando variabili ambientali, come la radiazione luminosa, la temperatura e l’umidità, che predispongono la pianta a tale processo, insieme al monitoraggio diretto dell’acqua assorbita dalle radici. Addentrandosi di più nell’argomento, vediamo ora quali valori è bene avere come riferimento nella scelta del momento opportuno in cui iniziare le irrigazioni:
- Umidità del substrato (WC). È un parametro che ci consente di misurare direttamente l’evapotraspirazione delle piante, attraverso la diminuzione del WC del substrato dovuta all’assorbimento dell’acqua da parte dell’apparato radicale. Dopo l’alba la pianta inizia man mano a fotosintetizzare e ad assorbire la soluzione nutritiva dal substrato; è opportuno attendere una diminuzione del WC del 3% in estate, e del 4% in inverno per iniziare la giornata irrigua. Oggi esistono diversi metodi per la misurazione dell’umidità di un substrato. Il metodo più affidabile sfrutta il cambiamento della costante dielettrica del mezzo in funzione dell’umidità del substrato. Affinché il dato rilevato sia affidabile, è bene che il sensore sia tarato specificatamente per il substrato che si utilizza, mentre le modalità di posizionamento sono da valutare volta per volta in funzione del formato del substrato e del sistema fuori suolo utilizzato.
- Radiazione Luminosa. La radiazione luminosa influenza molto l’evapotraspirazione della pianta. La luce, nello specifico le radiazioni a bassa frequenza (infrarosso) riscaldano la superficie fogliare stimolando la pianta a traspirare per termoregolarsi, in maniera direttamente proporzionale. Più la radiazione è intensa e persistente, più la pianta traspira. È bene attendere una radiazione istantanea di 250 W/m2 e una somma radiazione di 80 J/cm2 in estate e di 150 j/cm2 in inverno, prima di iniziare la giornata irrigua.
- Temperatura e Umidità. La traspirazione aumenta con la temperatura, ma è limitata dalla presenza di vapore acqueo nell’ambiente. Il deficit di umidità (DU), che indica la quantità di vapore necessaria a saturare l’aria, è un parametro chiave. Si consiglia di attendere dopo l’alba un DU di 3,5 g/m³ in estate e 4-4,5 g/m³ in inverno prima di iniziare l’irrigazione.
Il monitoraggio indiretto dell’evapotraspirazione attraverso l’osservazione dell’andamento della radiazione luminosa è possibile attraverso un sensore di radiazione, mentre un sensore di temperatura e umidità relativa è necessario per la definizione del DU. Molto importante è il posizionamento dei due sensori affinché possano dare dati affidabili. È bene che il sensore di radiazione sia posizionato all’interno della serra, in alto evitando zone d’ombra. Il sensore di temperatura e umidità relativa invece è bene posizionarlo in prossimità della testa della pianta. La scelta del momento ideale in cui iniziare a supportare la pianta con le irrigazioni è determinata dal verificarsi di queste 3 condizioni.
Quando interrompere la giornata irrigua?
Nella seconda parte della giornata gli input evapotraspirativi diminuiscono progressivamente, così come l’esigenza idrica della pianta. Continuare ad irrigare quando la traspirazione è molto limitata può portare a fisiopatie legate, come detto in precedenza ad iperidrosi dei tessuti. Al contrario, interrompere prematuramente la giornata irrigua può portare a un’eccessiva disidratazione del substrato e un aumento eccessivo dell’EC, favorendo il marciume apicale.
Il parametro di riferimento in questo caso è il WC. È opportuno interrompere le irrigazioni quando la differenza tra il WC massimo della giornata e il WC minimo prima della successiva irrigazione è:
- 8-10% in estate
- 12-15% in inverno
Apportare input vegetativi e generativi tramite il timing dell’irrigazione
È stato accennato in precedenza come la scelta del momento in cui iniziare e finire la giornata irrigua può contribuire a determinare una risposta più vegetativa e generativa della pianta. Rimanendo nell’intorno dei parametri consigliati in precedenza, è possibile ottenere una risposta generativa dalla pianta anticipando la fine delle irrigazioni al fine di ottenere una differenza di WC massimo e WC maggiore (ad esempio 15%). Al contrario, ritardando la fine della giornata irrigua, tale differenza risulterebbe minore (ad esempio 8%) e si otterrebbe una risposta più vegetativa da parte della pianta.
Questo vale anche per quanto riguarda l’inizio delle irrigazioni, un inizio precoce infatti rappresenta un chiaro input vegetativo. Una risposta generativa si ottiene invece procrastinando l’inizio della giornata irrigua. Inoltre, il timing di inizio e fine della giornata irrigua posso essere validissimi strumenti per il conseguimento del WC obiettivo, nell’ottica di una strategia irrigua non giornaliera ma di periodo.
In primavera, ad esempio, assistiamo ad un graduale aumento della radiazione solare e della temperatura. L’obiettivo di una strategia irrigua dovrebbe essere dunque quello di aumentare gradualmente il WC in lastra. In questo contesto, un inizio delle irrigazioni proporzionalmente più precoce insieme ad una conclusione della giornata irrigua ritardata, aiuta ad aumentare gradualmente il WC nel substrato.
Al contrario è utile ritardare l’inizio ed anticipare la fine delle irrigazioni qualora il nostro obiettivo di periodo è quello di ridurre il WC nel substrato, come ad esempio nelle situazioni di post-trapianto invernale.
Un esempio pratico
Nella figura si può osservare la strategia irrigua estiva (27/06/2024) applicata ad una serra di pomodoro ad alta tecnologia allevato su Grodan ® in piena produzione. I dati relativi a WC, D.U., T, UR e radiazione sono rilevati dal sistema IoT G.Io.T.TO® ed elaborati dalla piattaforma MyAgeon®. Si può notare come la giornata irrigua sia iniziata solo dopo che i parametri ambientali abbiano superato i valori di riferimento e dopo che il WC sia diminuito del 3% segno inequivocabile dell’inizio dell’attività traspirativa.
Nonostante l’inizio delle irrigazioni sia stato preciso e puntuale, è evidente come la giornata irrigua sia stata interrotta troppo precocemente, determinando un calo drastico del WC dopo l’ultima irrigazione. La differenza tra WC massimo e WC minimo è eccessiva (circa 20%) e predisponente a fisiopatie come il marciume apicale, oltre a rappresentare un input generativo spesso indesiderato durante la stagione calda.
In conclusione, l’adozione di una strategia irrigua dinamica e flessibile, che si fonda su un attento monitoraggio delle variabili ambientali e della risposta fisiologica della pianta, è essenziale per ottimizzare la produzione e preservare la qualità del raccolto. L’identificazione del momento ottimale per l’inizio e la fine della giornata irrigua, basata su parametri quali radiazione luminosa, temperatura, deficit di umidità e umidità del substrato, permette di bilanciare le esigenze idriche e traspirative della pianta, prevenendo lo sviluppo di fisiopatie e favorendo una crescita equilibrata. Così, la precisione nel timing irriguo diventa non solo una questione di efficienza nell’uso dell’acqua, ma anche uno strumento strategico per indirizzare la risposta vegetativa o generativa in funzione degli obiettivi di produzione e della stagione in corso.








